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dell'impero romano cap. xix. 435

stabilì una guarnigione o colonia di veterani, ampiamente fornita di ogni sorta di difesa, ed animata da alti sentimenti d’onore e di fedeltà. Verso il fine della campagna le armi di Sapore ebbero qualche sinistro per un’infelice impresa contro Virta, o Tecrit, bene munita, o come fu generalmente creduto fino al tempo di Tamerlano, inespugnabil fortezza degli Arabi indipendenti1.

La difesa dell’Oriente contro lo armi di Sapore esigeva, ed esercitato avrebbe l’abilità del più consumato Generale; e parve una fortuna per lo Stato, che quella fosse la Provincia del valoroso Ursicino, che solo meritava la fiducia de’ soldati e del popolo. Ma nel tempo del pericolo, Ursicino2 fu rimosso dal suo posto pei maneggi degli Eunuchi; ed il comando militare dell’Oriente per gl’istessi mezzi fu dato a Sabiniano. ricco e sottil veterano, ch’era giunto alle infermità della vecchiaia senz’acquistarne l’esperienza. Per un secondo ordine, ch’ebbe origine dagli stessi gelosi ed incostanti consigli, Ursicino fu nuovamente spedito alle frontiere della Mesopotamia, e condannato a sostener le fatiche d’una guerra, gli onori della quale

  1. Quanto all’identità di Virta e di Tecrit, vedi Danville Geogr. anc. Tom. II. p. 201, e quanto all’assedio fatto di quel castello da Timur-Bec a Tamerlano, vedi Cherefeddin l. III. c. 33. Il biografo Persiano esagera il merito e la difficoltà di quest’impresa, che liberò le carovane di Bagdad da una formidabile banda di ladri.
  2. Ammiano (XVIII. 5, 6. XIX. 3. XX. 2) rappresenta il merito e la disgrazia d’Ursicino con quella fedel diligenza, che un soldato deve al suo generale. Vi si può sospettare qualche parzialità, ma tutto il racconto è coerente e probabile.