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38 | storia della decadenza |
nunziate sentenze di morte, o di confiscazioni contro un gran numero di persone, che si trovarono involte nell’accusa medesima. Il delitto imputato loro fu quello di Ateismo, e di costumi Giudaici1; singolare associazione d’idee, la quale non può con alcuna verosimiglianza applicarsi, che a’ Cristiani presi in quell’aspetto, nel quale venivano oscuramente ed imperfettamente risguardati da’ Magistrati e dagli scrittori di quella età. Sulla forza di una interpretazione così probabile, che ammette con troppa violenza i sospetti di un tiranno, come una prova del lor onorevol delitto, la Chiesa ha posto Clemente e Domitilla fra’ suoi primi martiri, ed ha infamati gli atti di Domiziano chiamandoli seconda persecuzione. Ma questa (se pur merita questo nome) non fu di lunga durata. Pochi mesi dopo la morte di Clemente e l’esilio di Domitilla, Stefano, liberto del primo, che aveva goduto il favore, ma sicuramente non aveva abbracciata la fede della sua Padrona, assassinò l’Imperatore nel proprio di lui palazzo2. La memoria di Domiziano fu condannata dal Senato; furono annullati i suoi atti; gli esiliati da lui, richiamati; e sotto il dolce governo di Nerva, mentre si restituirono gl’innocenti ai gradi ed alle sostanze loro e fortune, anche i più colpevoli ottennero il perdono, o evitarono la punizione3.
II. Circa dieci anni dopo, sotto il regno di Traia-
- ↑ Dione l. LXVII. p. 1112. Se Bruzio Presente, dal quale probabilmente prese questo racconto, era il corrispondente di Plinio (Epist. VII. 3) possiam risguardarlo come uno scrittore contemporaneo.
- ↑ Sueton. in Domit. c. 17. Filostr. in vit. Apollon. l. VII.
- ↑ Dion. l. LXVIII. p. 1118. Plin. Epist. IV. 22.