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430 | storia della decadenza |
scente fiume riducesi ad un basso ed accessibil torrente. Sapore non curò con prudente disprezzo la forza di Nisibi, ma passando sotto le mura d’Amida, risolvè di sperimentare, se la maestà della sua presenza avesse indotto la guarnigione a immediatamente sottomettersi. Il sacrilego insulto d’un dardo, che a caso strisciò sulla reale sua tiara, lo convinse dell’errore in cui era; e lo sdegnato Monarca diede con impazienza orecchio all’avviso de’ suoi ministri, che lo scongiuravano a non sagrificare il successo della sua ambizione alla soddisfazione della sua collera. Il giorno seguente, Grumbate s’avanzò verso le porte con un corpo scelto di truppe, e chiese la resa immediata della città, come l’unica espiazione che si potesse accettare per tal atto di temerità e d’insolenza. Fu risposto alle sue proposizioni con una generale scarica, e l’unico di lui figlio, bello e valente giovane, fu trafitto nel cuore da un dardo scagliato da una balestra. Si celebrò, secondo i riti del suo paese, il funerale del Principe de’ Chioniti; ed il dispiacere del vecchio suo padre fu alleggerito dalla solenne promessa di Sapore, che la rea città d’Amida sarebbe servita di rogo funebre per espiare la morte ed eternar la memoria del figlio.
L’antica città d’Amid o Amida1, che alle volte
- ↑ Per la descrizione d’Amida, vedi d’Herbelot Bibliot. Orient.' p. 108. Hist. de Timur-Rec par Cherefeddin Alì l. III. c. 41. Ahmed Arabasides Tom. I. p. 331. c. 43. Viag. di Tavernier Tom. I. p. 30l. Viag. d’Otter. Tom. II. p. 273 e Viag. di Niebuhr. Tom. II. p. 324,-328. L’ultimo di questi viaggiatori, dotto ed esatto Danese, ha dato una pianta d’Amida, che illustra le operazioni dell’assedio.