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storia della decadenza |
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plicati loro delitti, ed a risparmiare il restante d’una colpevol nazione, Costanzo assegnò loro per luogo di esilio un lontano paese, dove potevan godere una sicura ed onorevole quiete. I Limitanti obbediron con ripugnanza, ma avanti di giungere, o almeno avanti d’occupare le abitazioni ad essi destinate, tornarono alle rive del Danubio, esagerando i travagli della loro situazione, e chiedendo con fervide proteste di fedeltà, che l’Imperatore si degnasse di conceder loro un tranquillo stabilimento dentro i confini delle Province Romane. In vece di consultar l’esperienza, ch’egli stesso avea fatto della loro incorreggibile perfidia, Costanzo prestò orecchio a’ suoi adulatori, che furon pronti a mettergli in vista l’onore ed il vantaggio di ricevere una colonia di soldati in un tempo, in cui era più facile d’ottener da’ sudditi dell’Impero delle contribuzioni pecuniarie, che il militar servizio. Fu permesso a’ Limiganti di passare il Danubio; e l’Imperatore diede udienza alla moltitudine in una larga pianura vicina alla moderna città di Buda. Essi circondarono il Tribunale, e pareva, che ascoltassero con rispetto una orazione piena di dignità e di dolcezza, quando uno de’ Barbari, gettando per aria la sua scarpa, gridò ad alta voce Marha! Marha! parola di diffidenza, che fu ricevuta come segnale del tumulto. Corsero così con furia ad impadronirsi della persona dell’Imperatore; dalle rozze lor mani fu saccheggiato il suo trono reale e l’aureo suo letto; ma la difesa fedele delle sue guardie, che gli morirono a’ piedi, gli procurò un momento di tempo per salire sopra un veloce cavallo, e sottrarsi alla confusione. La disgrazia incorsa per una sorpresa di traditori, fu presto vendicata dal numero e dalla disciplina de’ Romani; nè si finì il com-