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dell'impero romano cap xvi. 37

lire sterline. I nipoti di S. Giuda furon licenziati con compassione e disprezzo1.

Ma quantunque l’oscurità della casa di David la potesse far sicura da’ sospetti di un tiranno, tuttavia la presente grandezza della propria famiglia pose in agitazione la pusillanime indole di Domiziano, il quale non poteva quietarsi, se non se col sangue di que’ Romani, che egli temeva, o detestava, o stimava. De’ due figli di Flavio Sabino2 suo zio, il maggiore fu tosto convinto di meditare tradimenti, ed il minore, che aveva il nome di Flavio Clemente, dovè la propria salvezza alla mancanza di coraggio e di abilità3. L’Imperatore distinse per lungo tempo un sì innocente congiunto col suo favore e con la sua protezione, gli diede in isposa la sua nipote Domitilla, adottò i figli di quel matrimonio, dando loro la speranza della successione, ed investinne il padre degli onori del Consolato. Appena però ebbe finita l’annuale sua magistratura, che per un leggiero pretesto fu condannato e posto a morte; Domitilla fu bandita in un’Isola abbandonata sulle coste della Campania4; e furon pro-

  1. Euseb. III. 20. La storia o presa da Egesippo.
  2. Vedasi la morte, ed il carattere di Sabino appresso Tacito (Hist. III. 74-75). Sabino era il fratel maggiore di Vespasiano, e fino all’avvenimento al trono di lui, si era considerato come il principal sostegno della famiglia Flavia.
  3. Flavium Clementem patruelem suum contemtissimae inertiae .... ex tenuissima suspicione interemit. Sueton. in Domit. c. 15.
  4. L’Isola Pandataria secondo Dione. Bruzio Presente (ap. Eusebio III 18) la bandisce in quella di Ponzia, che non era molto distante dalla prima. Tal differenza, ed un errore o d’Eusebio, o de’ suoi copisti han data occasione di supporre due Domitille, una moglie, e l’altra nipote di Clemente. Vedi Tillemont, Mem. Eccles. (Tom. II. p. 224.)