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404 | storia della decadenza |
rite a quelle infelici vittime, e finalmente gettarono dentro l’Oronte i loro corpi straziati e privi di vita1.
Dopo tal fatto, qualunque fosse stato il disegno di Gallo, solo in un campo di battaglia egli potea sostenere la sua innocenza con qualche speranza di buon successo. Ma l’animo di quel Principe era formato d’un’ugual mistura di violenza e di debolezza. Invece d’assumere il titolo d’Augusto, e d’impiegare in sua difesa le truppe ed i tesori dell’Oriente, si lasciò ingannare dall’affettata tranquillità di Costanzo, che lasciandogli la vana pompa d’una Corte, appoco appoco richiamò le veterane legioni dalle Province dell’Asia. Ma siccome tuttavia sembrava pericoloso arrestar Gallo nella sua Capitale, si praticarono con felice successo le lente e più sicure arti della dissimulazione. Le frequenti e pressanti lettere di Costanzo eran piene di protestazioni di confidenza e d’amicizia, esortando egli Cesare a soddisfare a’ doveri del suo alto posto, a sollevare il suo collega da una parte delle pubbliche cure, e ad assistere l’Occidente colla sua presenza, coi consigli e colle armi. Dopo tante reciproche ingiurie Gallo avea ragione di temere e di diffidare. Ma egli avea trascurate le opportunità di fuggire e di resistere; fu sedotto dalle assicurazioni adulatrici del Tribuno Scudilone, che sotto le sembianze di ruvido soldato copriva la più artificiosa insinuazione; ed affidossi al credito di Costantina sua moglie, finchè la
- ↑ In vece d’esser costretti a raccoglier da varj fonti sparse ed imperfette notizie, entriamo adesso nel pieno corso dell’istoria d’Ammiano, nè abbiam bisogno di riferire, che il settimo ed il nono capitolo del suo libro decimoquarto. Non dee però interamente ommettersi Filostorgio (l. III. c. 28) sebbene parziale per Gallo.