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dell'impero romano cap. xviii. 385

zione d’un Dio vendicatore.„ Ma egli era tanto persuaso dell’infelicità di sua situazione, che non osò di contraccambiar l’indegnità, ch’era stata commessa verso il suo rappresentante. La negoziazione però di Filippo non fu senz’effetto; poichè indusse Silvano Franco, Generale di merito e di riputazione, a disertare con un corpo considerabile di cavalleria, pochi giorni avanti la battaglia di Mursa.

[A. D. 341] La città di Mursa o Essek, celebre ne’ moderni tempi per un ponte di barche lungo cinque miglia sul fiume Dravo e per le adiacenti paludi1, è stata sempre considerata come una piazza importante nelle guerre dell’Ungheria. Magnenzio, dirigendo la sua marcia verso Mursa, mise fuoco alle porte della città, ed in un improvviso assalto ne aveva quasi scalate le mura. La vigilanza della guarnigione estinse le fiamme; l’avvicinarsi, che fece Costanzo, non gli diede tempo di continuar le operazioni dell’assedio; e l’Imperatore in breve tolse l’unico ostacolo che impedir poteva i suoi movimenti, forzando un corpo di truppe che s’erano situate in un vicino anfiteatro. Il campo di battaglia intorno a Mursa era una pianura nuda ed uguale; su questa Costanzo pose in ordinanza il suo esercito col Dravo alla destra, mentre la sinistra o per la natura della disposizione del luogo, o per la superiorità della sua cavalleria estendevasi molto avanti oltre al destro

  1. Questo riguardevole ponte, ch’è fiancheggiato con torri, e fondato su grossi pali di legno, fu costruito l’anno 1566 dal Sultano Solimano per facilitare la marcia de’ suoi eserciti nell’Ungheria. Vedi Browne Viagg. e Busching Sistem. di Geogr. Vol. II. p. 90.