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378 | storia della decadenza |
dell’Occidente, la cui porpora era stata così recentemente macchiata col sangue del fratello di essa1.
[A. D. 350] La notizia di quest’importanti avvenimenti, che sì altamente intaccavano l’onore e la salvezza della casa Imperiale, richiamarono le armi di Costanzo dal non glorioso proseguimento della guerra Persiana. Egli raccomandò la cura dell’Oriente a’ suoi Generali, ed in seguito a Gallo suo cugino, che fece passare dalla prigione al trono: e marciò verso Europa con una mente agitata dal contrasto fra la speranza ed il timore, fra il dispiacere e lo sdegno. Arrivato che fu ad Eraclea nella Tracia, l’Imperatore diede udienza agli Ambasciatori di Magnenzio e di Vetranione. Marcellino, primo autore della cospirazione, che aveva in certo modo data la porpora al suo nuovo Signore, accettò arditamente questa pericolosa commissione, e gli furono scelti tre colleghi fra gl’illustri personaggi dello Stato e dell’esercito. A questi deputati fu data istruzione d’ammollire lo sdegno, e d’eccitare il timore di Costanzo. Fu data loro facoltà d’offerire al medesimo l’amicizia e l’alleanza de’ Principi Occidentali; di assodare la loro unione col doppio matrimonio di Costanzo colla figlia di Magnenzio, e di questo con l’ambiziosa Costantina; e di riconoscere nel trattato la superiorità del grado, che avrebbe potuto giustamente pretendersi dall’Imperator dell’Oriente. Se poi l’orgoglio ed una erronea pietà l’avessero indotto a ricusare tali eque condizioni, fu ordinato agli Ambasciatori, che gli esponessero l’inevitabil ruina, che accompagnato
- ↑ Giuliano descrive nella sua prima Orazione la dubbiosa e fluttuante condotta di Vetranione, ed accuratamente la spiega Spanemio, che discute la situazione ed il contegno di Costantina.