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374 | storia della decadenza |
ter Costanzo suo maggior fratello ad alcuna porzione di tali nuovi acquisti, si mantenne in quieto possesso di più di due terzi dell’Impero Romano1.
[A. D. 350] Fu differita la morte di Costante medesimo in circa dieci anni, e fu riservata la vendetta della morte del fratello alla mano più vile d’un domestico traditore. Le perniciose conseguenze del sistema, introdotto da Costantino, si manifestarono nella debole amministrazion de’ suoi figli, che per causa de’ vizi, e della debolezza loro perderon tosto la stima e l’affezione del lor popolo. L’orgoglio, che prese Costante pel felice successo, non meritato però, delle sue armi, si rendè più sprezzabile per la mancanza di capacità ed applicazione. La sua tenera parzialità per alcuni schiavi Germani, non distinti che per gli allettativi della gioventù, fu un oggetto di scandalo al popolo2; e dal pubblico disgusto fu incoraggiato Magnenzio, ambizioso soldato di barbara estrazione, a sostener l’onore del nome Romano3. Gli scelti corpi de’ Gioviani e
- ↑ Si riferiscono le cause e gli avvenimenti di questa guerra civile con molta ambiguità e contraddizione. Io ho seguìto specialmente Zonara e Vittore il Giovane. Il monodio pronunziato in occasione della morte di Costantino (ad calcem Eutropii edit. Havercamp.) potrebbe averci date molte notizie; ma la prudenza ed il cattivo gusto impegnarono l’Oratore a diffondersi in una vaga declamazione.
- ↑ Quarum (Gentium) obsides pretio quaesitos pueros venustiores, quod cultius habuerat, libidine hujusmodi arsisse pro certo habetur. Se non si fosse reso pubblico il gusto depravato di Costante, Vittore il Vecchio, che occupava un posto considerabile nel regno del fratello di lui, non l’avrebbe asserito in termini sì positivi.
- ↑ Giuliano Orat. I. et II. Zosim. l. II. (p. 134.) Vittore nell’Epit. V’è ragione di credere, che Magnenzio fosse nato