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storia della decadenza |
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l’intento, dopo d’avere insistito negli attacchi sopra sessanta, ottanta e cento giorni, fu per tre volte rispinto con perdita ed ignominia1. Questa grande e popolata città era situata circa due giornate distante dal Tigri nel mezzo d’una piacevole e fertil pianura a piè del monte Masio. Difendevasi da un profondo fosso2 un triplice recinto di mura; e l’intrepida resistenza del Conte Luciliano e della sua guarnigione, veniva secondata dal disperato coraggio del popolo. I cittadini di Nisibi erano animati dall’esortazioni del loro Vescovo3, assuefatti alle armi per la presenza del pericolo, e convinti dell’intenzione che avea Sapore, di porre in luogo loro una colonia Persiana, e condurre essi in una lontana e barbara schiavitù. Il successo de’ due primi assedj accrebbe la lor fiducia, ed inasprì l’animo superbo del gran Re, che s’avanzò per
- ↑ Vedi Giuliano Orat. I. p. 27, Orat. II. p. 62 col Comentario di Spanemio (p. 188-202), che illustra le circostanze e determina l’epoca de’ tre assedj di Nisibi. S’esaminano anche le date di essi dal Tillemont (Hist. des Emper. Tom. IV. p. 668, 671, 674) e qualche cosa s’aggiunge da Zosimo (l. III. p. 151) e dalla Cronica Alessandrina (p. 290.)
- ↑ Sallust. Fragm. LXXXIV. edit. Brosses. Plutar. in Lucul. (Tom. III. p. 184.) Nisibi è presentemente ridotta a centocinquanta case; le terre paludose producon riso, ed i fertili prati, fino a Mosul ed al Tigri, son coperti dalle rovine della città e de’ villaggi. Vedi Niebuhr (Viag. Tom. II. p. 300-309.)
- ↑ I miracoli, che Teodoro (l. II. c. 30) ascrive a S. Giacomo, Vescovo d’Edessa, furono almeno fatti per una causa che lo meritava, cioè per la difesa della patria. Egli comparve sulle mura in forma del Romano Imperatore, e mandò un’armata di zanzare a punger le trombe degli elefanti, e a sconfigger l’esercito del nuovo Sennacherib.