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dell'impero romano cap xvi. |
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finalmente pose in esecuzione un’opera più difficile, vale a dire l’istoria di Roma in trenta libri, dalla caduta di Nerone sino all’avvenimento al trono di Nerva. L’amministrazione di quest’ultimo introdusse un tempo di prosperità e di giustizia, che Tacito avea destinato per occupazione della sua vecchiezza1; ma quando più da vicino esaminò quel soggetto, stimando per avventura, che fosse un uffizio più onorevole, o meno invidioso quello di rammentare i vizi de’ passati tiranni, che di celebrar le virtù di un Sovrano regnante, si determinò piuttosto a narrare in forma d’annali le azioni de’ quattro immediati successori di Augusto. L’impresa di raccogliere, disporre, e adornare una serie di ottant’anni in un’opera immortale, di cui ogni sentenza contiene le più profonde osservazioni, e le immagini più vive, fu bastante ad esercitare il genio di Tacito stesso per la maggior parte della sua vita. Negli ultimi anni del Regno di Traiano, mentre il vittorioso Monarca estendeva la potenza di Roma oltre gli antichi di lei confini, l’Istorico nel secondo e nel quarto libro de’ suoi annali descriveva la tirannia di Tiberio2, e dovè succedere al trono l’Imperatore Adriano avanti che Tacito, nel regolar proseguimento della sua opera, potesse riferir l’incendio della Capitale e la crudeltà di Nerone verso gl’infelici Cristiani. Alla distanza di sessant’anni era dovere dell’Annalista d’adottare le narrazioni de’ contemporanei, ma era naturale pel Filosofo di spaziare nella descrizione dell’o-
- ↑ Principatum Divi Nervae, et imperium Traiani uberiorem securioremque materiam senectuti seposui. Tacit. Hist. I.
- ↑ Vedi Tacito, Annal. II, 61 IV. 4.