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dell'impero romano cap. xviii. 363

mori della guerra civile restarono alla fine dissipati dalla positiva assicurazione de’ Magi, che la vedova d’Ormouz avea concepito ed avrebbe felicemente dato alla luce un figlio. I Persiani, obbedienti alla voce della superstizione, prepararono senza dimora la ceremonia della coronazione di esso. Fu posto nel mezzo del Palazzo un letto reale, sopra di cui stava la regina; il diadema fu collocato nel luogo che si potea supporre contenesse l’erede d’Artaserse; ed i Satrapi adoraron prostrati la maestà del loro invisibile ed insensibil Sovrano1. Se dee prestarsi fede a questo maraviglioso racconto, che sembra per altro esser conforme ai costumi del popolo, ed alla durata straordinaria del suo regno, dobbiamo ammirar non solamente la fortuna ma anche il genio di Sapore. Nella molle e segreta educazione di un Harem Persiano il real giovane seppe conoscere l’importanza d’esercitare il vigore del corpo e dello spirito, e si rendè degno, pel proprio merito personale, d’un trono, sul quale era stato posto mentre non sapeva per anche i doveri e le tentazioni d’un potere assoluto. La sua minorità fu esposta alle calamità quasi inevitabili della discordia domestica; fu sorpresa e saccheggiata la sua capitale da Thair, potente Monarca di Yemen o dell’Arabia; e restò disonorata la maestà della famiglia reale per la schiavitù d’una Principessa, sorella del morto Re. Ma tosto che Sa-

  1. Agatia, che visse nel sesto secolo, è l’autore di questa istoria (l. IV. p. 135. edit. Lovre). Egli rilevò tali notizie da alcuni estratti delle Croniche persiane, che ottenne e tradusse l’interprete Sergio durante la sua ambasceria a quella Corte. La Coronazione della madre di Sapore, è similmente rammentata da Schikard (Tarikk. p. 126) e D’Herbelot (Bibl. Orient. p. 763).