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dell'impero romano cap xvi. 29

giustizia, quanto alla credulità di un geloso tiranno1.„ Quelli che con occhio curioso rimirano le rivoluzioni dell’uman genere, posson osservare, che i giardini ed il circo di Nerone nel Vaticano, che macchiati furon dal sangue de’ primi Cristiani, si son resi più famosi pel trionfo e per l’abuso della religione perseguitata. Nel medesimo luogo2 si è, dopo, eretto un tempio, che di gran lunga sorpassa le antiche glorie del Campidoglio, da’ Pontefici Cristiani, i quali traendo il loro diritto di universal dominio da un umile pescatore di Galilea, sono succeduti al trono de’ Cesari, han date leggi ai Barbari conquistatori di Roma, ed hanno estesa la spirituale loro giurisdizione dalle coste del Baltico fino a’ lidi del mar Pacifico.

Ma non sarebbe a proposito di lasciar questo racconto della persecuzion di Nerone, senza fare alcune riflessioni, che possono servire a rimuovere le difficoltà, onde si rende dubbiosa la susseguente storia della Chiesa, ed a rischiararla di qualche lume.

I. Non può la critica più scettica non rispettar la verità di tal fatto straordinario, e la genuina tempera di questo celebre passo di Tacito. La prima vien confermata dall’esatto e diligente Svetonio, che rammenta il gastigo da Nerone dato a’ Cristiani: setta di uomini che abbracciato avevano una nuova e colpevol superstizione3. L’altra si può provare col consenso de’ più an-

  1. Tacit. Annal. XV. 44.
  2. Nardini Roma antica p. 387. Donatus de Roma antiqua l. III. p. 449.
  3. Sueton. in Neron. c. 16. L’epiteto di malefica, il quale alcuni sagaci Comentatori traducono magica, più ragionevolmente risguardasi da Mosemio come sinonimo dell’exitiabilis di Tacito.