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storia della decadenza |
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ruina di Crispo restò involto Licinio Cesare1, giovane di amabili costumi, e non potè muoversi la violenta gelosia di Costantino dalle preghiere, nè dalle lacrime della sorella sua favorita, che dimandava la vita d’un figlio, l’unico delitto del quale era il proprio grado, ed alla perdita di cui ella non potè lungamente sopravvivere. La storia di questi disgraziati Principi, la natura e la prova del loro delitto, la forma del processo e le circostanze della lor morte furono sepolte in una misteriosa oscurità; ed il Vescovo Cortigiano, che ha in un’elaborata opera celebrato le virtù e la pietà del suo Eroe, conserva un prudente silenzio intorno a questi tragici avvenimenti2. Un tale superbo disprezzo per l’opinione del genere umano, mentre imprime un’indelebile macchia sulla memoria di Costantino, ci dee far sovvenire della molto diversa condotta d’uno de’ più gran Monarchi del nostro secolo. Il Czar Pietro, nel pieno possesso d’una potenza dispotica, sottopose al giudizio della Russia, dell’Europa e della posterità le ragioni, che lo costrinsero a sottoscrivere la condanna d’un colpevole, o almeno degenerante figliuolo3.
- ↑ Sororis filium commodae indolis juvenem. Eutrop. X. 6. Non sarebb’egli permesso di congetturare, che Crispo avesse sposato Elena, figlia dell’Imperator Licinio, e che in occasione del felice matrimonio della Principessa fatto nell’anno 322, Costantino avesse accordato un generale perdono? Vedi Du Cange (Fam. Byzant. p. 47) e la legge (l. IX. Tit. XXXVII) del Codice Teodosiano che ha tanto imbarazzato gl’Interpreti. Gotofred. Tom. III p. 297.
- ↑ Vedi la vita di Costantino specialmente nel l. II. c. 19, 20. Evagrio dugento cinquant’anni dopo (l. III. c. 41.) dedusse dal silenzio d’Eusebio un vano argomento contro la verità del fatto.
- ↑ Voltaire Hist. de Pierre le Grand, P. 2. c. 10.