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336 | storia della decadenza |
di diciassette anni Crispo fu insignito del titolo di Cesare e dell’amministrazione delle Province Galliche, dove le scorrerie de’ Germani gli diedero pronta occasione di segnalare il militar suo valore. Nella guerra civile, che insorse poco dopo, il padre ed il figlio divisero le loro forze; ed in quest’istoria è stato già celebrato il valore e la condotta di quest’ultimo nel forzare lo stretto dell’Ellesponto, sì ostinatamente difeso dalla flotta superiore di Licinio. Quella vittoria navale contribuì a determinar l’evento della guerra, e si riunirono i nomi di Costantino e di Crispo nelle liete acclamazioni degli Orientali lor sudditi, che ad alta voce gridavano, che s’era soggiogato, ed attualmente si governava il mondo da un Imperatore dotato d’ogni virtù, e dall’illustre di lui figliuolo, Principe amato dal Cielo e viva immagine delle perfezioni del padre. Il pubblico favore, che rare volte accompagna la vecchiezza, spargeva il suo lustro sulla gioventù di Crispo. Egli meritava la stima, e s’attirava l’affezione della Corte, dell’esercito e del popolo. Il merito già sperimentato d’un Monarca regnante si confessa da’ sudditi con ripugnanza, e frequentemente si nega con parziali e mal contenti susurri; laddove dalle nascenti virtù del successore si concepiscono le più ardenti ed illimitate speranze di una pubblica e privata felicità1.
- ↑ Euseb. Hist. Eccles. l. X. c. 9. Eutropio (X. 6.) lo chiama egregium virum; e Giuliano (Orat. I) assai chiaramente allude alle imprese di Crispo nella guerra
sensibil padrone. Vedi Tillemont Mem. Eccl. Tom. VI. part. I. p. 345. Dupin Bibliot. Eccl. T. I. pag. 205. Lardner Credibil. dell’Ist. Evangel. P. II. Vol. VII. p. 66.