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280 | storia della decadenza |
pere sì private che pubbliche. La lor vigilanza risguardava i tre principali oggetti di una regolar polizia, vale a dire la sicurezza, l’abbondanza e la mondezza della città; ed era destinato un particolare inspettore per le statue in prova dell’attenzione del governo a conservar lo splendore e gli ornamenti della Capitale: questi era come un custode di quell’inanimato popolo, che secondo lo stravagante computo d’un antico Scrittore, appena era inferiore di numero a’ viventi abitatori di Roma. Circa trent’anni dopo la fondazione di Costantinopoli, fu creato anche in quella Capitale nascente un magistrato simile al Prefetto di Roma per i medesimi usi, e colle medesime facoltà; e fu stabilita una perfetta uguaglianza fra la dignità de’ due Prefetti municipali, e de’ quattro del Pretorio1.
Quelli, che nell’Imperial gerarchia distinguevansi col titolo di Rispettabili, formavano una classe intermedia fra gl’Illustri Prefetti e gli Onorevoli Magistrati delle Province. In questa classe i Proconsoli dell’Asia, dell’Acaia, e dell’Affrica pretendevano la preeminenza, che accordavasi alla memoria dell’antica lor dignità; e l’appello dal lor tribunale a quello de’ Prefetti era quasi l’unico segno di lor dipendenza2. Ma il governo civile dell’Impero era distribuito in tredici am-
- ↑ Oltre le nostre solite guide, possiam osservare, che felice Contelorio fece un trattato a parte De Praefecto Urbis e che nel decimoquarto libro del Codice Teodosiano si trovano molte curiose particolarità relativamente alla polizia di Roma e di Costantinopoli.
- ↑ Eunapio asserisce, che il Proconsole dell’Asia era indipendente dal Prefetto, lo che per altro si deve intendere con qualche limitazione: egli è fuor di dubbio che non riconosceva giurisdizione del Vice-Prefetto. Pancirolo, p. 161.