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250 | storia della decadenza |
può forse autorizzar la misura d’un Istorico Bizantino, che assegna giunta per circonferenza della sua patria sedici miglia Greche (corrispondenti a circa quattordici delle Romane)1. Sembra che tal estensione non fosse indegna d’una sede Imperiale. Pure Costantinopoli dovè cedere in grandezza a Babilonia ed a Tebe2, all’antica Roma, a Londra, ed anche a Parigi3.
Il dominatore del mondo Romano, che aspirava ad erigere un eterno monumento delle glorie del proprio regno, poteva impiegare, nell’eseguir quella grand’opera, le ricchezze, il travaglio, e tutto il gusto, che in quel tempo restava, di tanti milioni di sudditi. Si può formar qualche idea della spesa, che impiegò nella fabbrica di Costantinopoli la liberalità Imperiale, dell’essersi accordati circa due milioni e cinquecentomila lire per la costruzione delle mura, de’ portici e degli acquedotti4. Le selve, che adombravano i lidi del
- ↑ Cento undici stadi, che possono computarsi in miglia Greche moderne di 7 stadi l’uno, o sia di 660 ed alle volte di sole 600 tese Francesi. Vedi Danville Misur. Itinerar. p. 53.
- ↑ Corretti gli antichi Testi, che descrivono la grandezza di Babilonia e di Tebe; ridotte a’ giusti termini l’esagerazioni, e certificate le misure, troviamo, che quelle famose città avevano la grande, ma non incredibil circonferenza di circa venticinque o trenta miglia. Si confronti Danville nelle Memor. dell’Accad. Tom. XXVIII. p. 235 colla sua Descrizione dell’Egitto pag. 201, 202.
- ↑ Se Costantinopoli e Parigi si dividano in tanti quadrati di 50 tese Francesi l’uno, il primo contiene 850 di queste parti, ed il secondo 1160.
- ↑ Seicento centinaia, o sessantamila libbre d’oro. Tal
ebbe in seguito i nomi di Pera, e di Galata. È ovvia l’etimologia del primo, incognita quella del secondo nome. Vedi Du Cange Const. l, I. c. 22. Gyll. de Byzant. l. IV. c. 10.