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tiri sono molto più pochi di quello, che crede il volgo. Nè al contrario è da dispregiarsi l’opinione degli avversari, se si prenda in questo senso. I Martiri sono in molto maggior numero di quello, che stima il Dodwello.

RIASSUNTO

In questo capo si è lungamente ragionato sulle cagioni della persecuzione colla mira di vedere, se ne restino giustificati gli Autori. La prima cagione fu la 'natura intollerante della Religione Cristiana, che obbligava i seguaci a rinunziare al culto nazionale. La seconda fu la falsa accusa di ateismo, o per dir meglio, di superstizione, e chimeriche speculazioni. La terza le assemblee Cristiane che, celebrandosi in secreto, risvegliavano ne’ Gentili sinistri sospetti. La quarta i costumi de’ Cristiani di atroci calunnie macchiati. E la quinta obbliata dall’Autore, l’attaccamento de’ Pagani alla Idolatria.

Noi le abbiamo tutte ad una ad una richiamate ad esame; ed abbiamo trovato, non essersi l’Autore ingannato nell’attribuire alla loro forza la persecuzione. Bensì, lungi dal poter esse formare difesa alcuna dei Gentili, ne manifestano anzi a chiare note la ingiustizia. Imperciocchè quello, che si supponeva, era onninamente falso: e per diritto naturale non può alcun suddito condannarsi, senza esaminare, se meriti supplicio. Ora i persecutori trascurarono per tre secoli di adempire a questo dovere essenziale della legge di natura.

Siamo indi passati a considerare, se dalla storia delle persecuzioni risultino i quattro articoli dall’Au-