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premio delle loro fatiche, che la temuta dichiarazione seguisse in Costantino, e che questi collocasse nella sedia imperiale la croce di Gesù Cristo. Così la Providenza sa impiegare le passioni degli uomini, per giungere a fini diametralmente contrari a quelli, che essi si propongono.

Relazione probabile de’ patimenti de’ Martiri,
e de’ Confessori.

Ristretto. Eusebio, e Lattanzio declamano, ed esagerano i patimenti sofferti da’ Cristiani in questa persecuzione. Il primo si rende sospetto, col dichiarare di scrivere tutto ciò che poteva ridondare in gloria, e di aver soppresso tutto quello che poteva tendere al disonore della Religione. Quando i Cristiani irritavano i Magistrati, egli è da credere, che fossero trattati con rigore. Ma ordinariamente avveniva il contrario; e ciò apparisce, 1. da’ Confessori condannati alle miniere, dove avevano la libertà di formar cappelle per professarvi la loro Religione: 2. da’ Vescovi, ch’erano obbligati a reprimere lo zelo precipitato di coloro, che gettavansi volontariamente nelle mani de’ Magistrati, o per debiti, o per saziare la fame, o per espiare i lor falli con una lunga carcerazione. Trionfato ch’ebbe la Chiesa sopra tutti i suoi nemici, la vanità esagerò i patimenti de’ Martiri, e ’l potere del Clero accreditò le leggende piene di miracoli.

Risposta. Dal prefiggersi Eusebio di non voler parlare delle contese precedenti alla persecuzione, e delle cadute, che si videro nella persecuzione, e di voler narrare soltanto ciò, che poteva giustificare i giudizj divini, e ciò, ch’era utile (così si legge nel testo)