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di confutazione. 217


Risposta. Quest’ultima persecuzione, che durò un intero decennio e fu denominato l’Era de’ Martiri, per la copia che ne morirono, si può chiamare persecuzione ragionata, a differenza dell’altre, ch’erano state accese piuttosto da un subitaneo furore, o dalla natia fierezza de’ Principi, che da fredda e riflettuta politica. Insinua non oscuramente l’Autore che i Cristiani stessi, che per gran pezzo erano stati protetti e beneficati da Diocleziano, l’obbligassero ad armar la destra in loro danno con fatti scandalosi e superbi, che distruggevano i principj della disciplina militare, e cita in prova di ciò i due esempi di Massimiliano e di Marcello. Ma questo tratto di storia, che immediatamente precedè l’esaltazione del Cristianesimo, è così luminoso, che non si dee durar fatica a dissipare le torbide nebbie con cui si sforza egli di oscurarlo.

I veri motivi della persecuzione furono due, l’uno fu l’ultimo sforzo della superstizione e dell’interesse de’ Sacerdoti, l’altro fu la smisurata ambizione di Galerio: il primo è toccato dall’Autore, che passa totalmente sotto silenzio il secondo.

Vedendo i Sacerdoti, che malgrado una guerra ch’era durata tre secoli, il Cristianesimo era divenuto presso che da per tutto la Religione dominante; che gli eserciti erano pieni di soldati Cristiani; che i Cristiani occupavano le principali cariche della Corte Imperiale; che i Cristiani avevano pubblici tempj e godevano il favore dei Principi, facilmente congetturarono, che se uno de’ quattro padroni del mondo si fosse dichiarato Cristiano, l’idolatria sarebbe irreparabilmente andata in rovina, e temendo in Diocleziano più che in altri, tal mutazione, il pericolo parve loro sì grande, che non potesse rimoversi, se non con isforzi straordinarj.