Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano III.djvu/222

216 saggio

Della persecuzione di Diocleziano.

Ristretto. Il sistema di Diocleziano fu per più di 18 anni favorevole ai Cristiani, che si erano prodigiosamente moltiplicati, e godevano gl’impieghi i più importanti. I Pagani allora fecero gli ultimi sforzi, ed i Sacerdoti inventarono nuovi prodigi e chiamarono in soccorso i nuovi Platonici. Diocleziano e Costanzo non amavano di allontanarsi dalle massime della tolleranza, ma Massimiano e Galerio si dichiararono contro i Cristiani, prendendone motivo dall’imprudente zelo dei medesimi, come apparisce dagli esempi di Massimiliano di Affrica e del Centurione Marcello. Dopo la guerra di Persia riuscì a Galerio d’indurre Diocleziano a cominciare la persecuzione, che crebbe per gradi. In forza del primo editto le prigioni furono riempite di Ecclesiastici; cogli altri la persecuzione fu estesa a tutti i Cristiani, e furono intimate pene terribili a chi avesse sottratto un proscritto all’ira degl’Imperadori. L’incendio apparso due volte nel palazzo di Nicomedia intimorì altamente Galerio, che ne credè autori i Cristiani. Poichè Diocleziano ebbe rinunciato l’Impero, i suoi Colleghi ora sospesero, ora incalzarono la persecuzione secondo le circostanze, nelle quali si trovavano. In Occidente Costanzo protesse i Cristiani dal furore del popolo e dal rigor delle leggi. L’Italia e l’Affrica provarono una persecuzione breve e violenta sotto Massimiano; mentre la ribellione di Massenzio vi ricondusse improvvisamente la pace. Galerio poichè ebbe l’Impero di tutto l’Oriente, ebbe campo di soddisfare la sua crudeltà nella Tracia, nell’Asia, nella Siria, nella Palestina e nell’Egitto.