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di confutazione. 205

ro Numi? Qualche esempio di moderazione e di umanità pur nella storia si trova; ed i nostri Scrittori stessi ne hanno conservata la memoria; ma è un abusare del pubblico il citar qualche esempio in prova di un’asserzione generale.

E giacchè l’Autore ci obbliga a fare il vero carattere de’ Magistrati Romani, invece dell’eccellente educazione, del rispetto per la giustizia, dell’amore per la filosofia, noi troviamo due fatti incontrastabili. Primo, che gl’Imperadori dovettero varie volte reprimere la licenza de’ loro ministri. Secondo, sotto Decio questi edificanti Ministri vendevano pubblicamente falsi attestati ai Cristiani, che non avevano coraggio di combattere; e per costringerli a comprarli, facevano soffrire i più barbari tormenti a que’ miserabili, che non potevano pascere la loro avarizia? La bella educazione! l’incorrotta giustizia! il purissimo amore della filosofia! farsi spergiuri e tradire il proprio Principe e la propria Religione.

Il Mosemio ha trovate le tracce di sì reo costume, anche ne’ tempi anteriori a Decio e sappiamo dagli Atti Apostolici che S. Paolo fu fatto marcire due anni in prigione dal Ministro Romano, che si era lusingato di poterne trarre danaro. E se il danaro veniva loro offerto da’ sacerdoti degl’Idoli, come non è incredibile, con qual ferocia dovevano avventarsi contro gli oggetti dell’odio loro?

Riferiscono gli Storici del quarto e del quinto secolo che i Pagani alle volte impiegavano contro i Cristiani le più indecenti tentazioni; e ciò era conforme alla loro Religione. Non si sa, che Venere avea dei postriboli dedicati al suo nome, e che le meretrici credevano di onorarla? E questo si pretendeva dalle Vergini Cristiane?