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14 | storia della decadenza |
i pregiudizi dell’uman genere, come il contrassegno della verità, ma gli consideravano come provenienti dall’original disposizione della natura umana: e supponevano che qualunque popolar forma di fede e di culto, in cui si fosse preteso di non far uso dell’aiuto de’ sensi, a misura che allontanata si fosse dalla superstizione, sarebbesi trovata incapace di raffrenare i voli della fantasia, o le visioni del fanatismo. Il non curante sguardo, che gli uomini d’ingegno e di dottrina condiscendevano a gettare sopra la Rivelazione Cristiana, serviva solo a confermare la loro precipitata opinione, ed a persuaderli, che il principio dell’unità di Dio, che avrebbero potuto rispettare, veniva sfigurato dallo stravagante entusiasmo, ed annichilito dalle vane speculazioni de’ nuovi settari. L’autore di un celebre dialogo, ch’è stato attribuito a Luciano, mentre affetta di trattare il misterioso soggetto della Trinità in uno stile ridicoloso e disprezzante, mostra di non conoscere la debolezza dell’umana ragione e l’imperscrutabile natura delle perfezioni Divine1.
Poteva sembrar meno sorprendente, che il fondatore del Cristianesimo fosse rispettato da’ suoi Discepoli non
- ↑ L’autore del Filopatride tratta continuamente i Cristiani come una compagnia di sognatori entusiasti δαιμόνιοι, αἰθέριοι, αἰθεροβατοῦντες, ἀεροβατοῦντες ec. ed in. un luogo manifestamente allude alla visione, in cui S. Paolo fu trasportato al terzo Cielo. In un altro luogo Triefonte, che rappresenta un Cristiano, dopo aver deriso gli Dei del Paganesimo propone un misterioso giuramento.
Ὑψιμέδοντα θεόν, μέγαν, ἄμβροτον, οὐρανίωνα,
Υἱὸν ἐκ πατρός, πνεῦμα ἐκ πατρὸς ἐππορευόμενον,
Ἓν ἐκ τριῶν καὶ ἑνὸς τρία ταῦτα νόμιζε.Ἀριθμέειν με διδάσκεις (questa è la profana risposta di Critia) Καὶ ὅρκος ἡ ἀριθμητική, οὐκ οἶδα γὰρ τί λέγεις, ἓν τρία, τρία ἕν