Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano III.djvu/194

188 saggio

rezione si mettevano dagl’Infedeli in derisione; e frattanto gl’Infedeli si convertivano in folla: quanto dovevano essere chiare le prove, che facevano ricevere idee così lontane dal naturale.

E queste prove, alle quali l’Autore non ha potuto togliere un grado di forza, dimostrano contro di lui, e dimostravano ai filosofi ed agl’Idolatri dell’antichità, che il Cristianesimo è il sistema della verità, non un’invenzione della superstizione.

Le assemblee Cristiane;
terzo motivo di persecuzione.

Ristretto. La politica Romana risguardava con gelosia e diffidenza qualunque società particolare, che si formava nello Stato: e le Cristiane assemblee parevano meno innocenti e più pericolose di ogni altra. Gl’Imperatori volevano in esse punire lo spirito d’indipendenza, e temevano, che le predizioni d’imminente calamità inspirassero l’apprensione di qualche pericolo, che provenir potesse dalla nuova setta, che era tanto più sospetta, quanto più oscura.

Risposta. Questo è il ritratto del dispotismo, che invece di giustificare fa fremere di sdegno chiunque conosce i diritti originali dell’umanità. Una politica che prende gelosia di qualunque società particolare, che si formi nello Stato, senza informarsi dell’istituto che professa, dell’oggetto a cui tende, degli esercizi in che si occupa, sarà sempre, come sempre è stata, la politica de’ Tiranni.

Le Cristiane assemblee parevano meno innocenti, e più pericolose d’ogni altra? Dunque se ne doveva prendere esatta cognizione. Potevasi negar fede agli Apo-