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172 saggio


Impugnazione e difesa de’ miracoli di Gesù Cristo.

Abbiamo avvertito, che l’Autore stendeva le sue vedute sino ai miracoli di Cristo, che formano la prova più decisiva della divinità della sua religione, perchè dotati d’una certezza agli altri superiore. Egli ce gli ha presentati sotto gli occhi, ora sotto uno, ora sotto un altro aspetto, ma sempre di volo. Or che ha disposto l’animo del lettore, si toglie la maschera, e si ferma. Ci fermeremo noi pure; ma nè da lui, nè da noi chi leggerà, dovrà aspettarsi cose nuove; poichè egli è ripetitore per elezione, e noi lo siamo per dovere.

Primo argomento. La nuova setta era quasi tutta composta di contadini ed artisti, di fanciulli e di donne, di mendichi e di schiavi, i quali sfuggendo il pericoloso incontro de’ filosofi dogmatizzavano in occulto presso la moltitudine rozza ed ignorante capace sempre di essere sorpresa. A misura che l’umile fede di Cristo diffondevasi pel mondo, fu abbracciata da varie persone che meritavano qualche riguardo pei doni della natura e della fortuna, ma queste eccezioni o son troppo poche, o troppo recenti ad oggetto di togliere interamente di mezzo le imputazioni d’ignoranza e di oscurità, che si rimprovera a’ primi Fedeli. Appoggiandosi i miracoli di Cristo a sì fatta testimonianza, qual fede possono meritare?

Risposta. Prima di noi si è fatto vedere co’ monumenti alla mano la falsità della supposizione, i quali monumenti tolti dagli Atti degli Apostoli ne istruiscono, che le persone nobili, le persone facoltose, le persone di talento si trovano non in iscarso numero nel