Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano III.djvu/174

168 saggio

sero provata la reità: e tutto ciò si legge nel capo seguente del sig. Gibbon.

Lo Scetticismo, che è uno sforzo di spirito ed uno stato di violenta sospensione, non prende radice nel popolo minuto, di cui la credulità è il difetto ordinario.

Del resto il nostro Autore ha dichiarato in che consiste lo Scetticismo da lui trovato nel mondo Pagano. Si parlava della vita avvenire, come una favola, e si era scosso il giogo della mitologia, che spacciava tante maraviglie. Frattanto ecco, ci si dice, una disposizion favorevole a credere ed a ricevere le maraviglie dell’Evangelio, cioè una mitologia più conforme al gusto del secolo: ecco il Cristianesimo ornato di tutto ciò che potava attrarre la curiosità, lo stupore, e la riverenza dagli Scettici.


Ottava Conclusione che dee provare l’Autore. La pace e l’unione dell’Impero Romano favorì i progressi del Cristianesimo.

Ristretto. Gli Ebrei della Palestina riceveron sì freddamente i miracoli di Cristo, che stimarono superfluo di pubblicare o almeno di conservare alcun Evangelio Ebraico. Le storie autentiche della vita di lui furono composte ad una distanza considerabile da Gerusalemme, a dopo che il numero de’ Cristiani convertiti si era estremamente moltiplicato. Tradotte in Latino divennero perfettamente intelligibili a tutti i sudditi di Roma. L’essere tutte le nazioni sotto un solo Monarca, e le grandi strade costruite per le legioni aprivano ai Missionari dell’Evangelio un facile passaggio per tutto; e non incontrarono essi alcuno degli o-