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la Chiesa nascente co’ loro doni sovrannaturali, se venivano consultati nelle occorrenze, non esercitarono mai alcun atto di giurisdizione, come asserisce l’Autore, il quale è caduto nell’inganno degli altri, che vedendo ne’ libri del nuovo Testamento qualche Profeta far le funzioni Episcopali, perchè oltre di esser Profeta era Vescovo, hanno attribuito al primo carattere ciò che non conviene se non al secondo.

Il Vescovo ed il Clero non di rado erano fra loro in contesa: ma non si dee dire perciò, che il nome di fazione e di scisma fu dato al patriottismo de’ Preti ad oggetto di far prevalere la causa Episcopale. Questo giudizio dee risultare dalla natura de’ fatti particolari. Se i Preti pretendevano di agguagliarsi al Vescovo e di considerarlo come un loro deputato, erano veramente Scismatici. Se il Vescovo spogliava il Clero de’ suoi diritti legittimi, il torto era di lui, non de’ Preti.

Molto meno l’Autore dee farsi lecito di tacciar di ambizione e di artifizio il Santo Martire Cipriano difensore de’ diritti incontrastabili dell’Episcopato e della disciplina della Chiesa, per sottrarre un Prete bacchettone, ed un Diacono discolo alla condanna pronunziata da un Concilio di Preti, ed approvata dal consenso di tutti i secoli. Gli rincresce di non poter entrare nella discussione de’ fatti spettanti al famoso scisma di Novato e di Novaziano, per far trionfare l’innocenza e la virtù sopra l’ostinazione di volere offuscare la gloria de’ Santi più eminenti della Chiesa contro le leggi della Critica. L’avversario per altro non ha fatto che semplicemente citare.

La subordinazione de’ Vescovi ai Metropolitani è di istituzione umana, ma non porta seco alcuna distin-