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di confutazione. 153

supposto, che i più grandi scellerati volessero purificarsi coll’acque battesimali, potevano riconoscere una virtù in questo sacramento senza riconoscere insieme la verità del Cristianesimo? Ed in questo caso non pure i gran peccatori, ma anche coloro, che vivevano con qualche onestà, dovevano farsi un dovere d’entrar nella via della salute; poichè una rettitudine naturale non può tener tranquillo chi crede alle minacce della Rivelazione: qui non crediderit, condemnabitur.

La conversione de’ maggiori scellerati, che poi divennero i Santi più grandi, certamente fa onore alla Chiesa. Ma l’Autore, che vuol tutto avvelenare, soggiunge che a questi soli, e specialmente alle femmine di malvagio costume, i Missionari Evangelici si rivolgessero. Non possiamo meglio ribattere la calunnia, che invitandolo a scorrere gli Atti degli Apostoli, dove troverà, ed in gran numero venuti alla fede, Sacerdoti, Scribi, Farisei, Capi di Sinagoga tra Giudei, e tra Gentili, ministri di Regine, Governatori di Province, Centurioni, donne nobili e persone di lettere.

Il desiderio di sostenere la riputazione della società sarebbe stato di qualche stimolo, se i Pagani non si fossero trovati universalmente prevenuti, che nella società Cristiana si commettevano i più detestabili eccessi. Chi vi si ascriveva, dovea piuttosto resistere all’infamia, di che si copriva. Solo si può concedere, che dovevano impegnarsi a distruggere tali calunnie coll’esemplarità del vivere.

L’interesse fa custodire la buona fede e l’integrità in coloro, che fanno la professione di negozianti, o esercitano qualche mestiere. Ma qui l’Autore ci dipinge i Cristiani come morti a tutti gli affari del mondo; e prima ci aveva detto, che si astenevano da’ mestieri, che quasi tutti alludevano ai riti Idolatrici.