Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano III.djvu/152

146 saggio

Chiesa, lo dimostrano all’Autore co’ suoi stessi principj.

Perchè ricuseremo noi la testimonianza di Beda o di Bernardo nell’ottavo o nel decimo secolo, ammettendo quella d’Ireneo nel secondo? Ecco il primo argomento.

Al presente la Chiesa ha degl’Increduli da combattere, degli Eretici da convincere, degli Infedeli da convertire, come ne’ secoli andati, di sorte che l’utilità o sia la necessità de’ miracoli è sempre la stessa. E questo è il secondo argomento.

La successione della dottrina, de’ Santi, de’ Martiri e de’ miracoli in ogni secolo è così seguita, che non si scorge in quale anello siasi rotta la catena. Dunque essa non si è mai rotta; poichè confrontando l’un secolo coll’altro, la differenza, se vi fosse, dovrebbe essere sensibile. Ecco il terzo argomento.

Verisimilmente l’Autore avrà avuta in mira un’altra conclusione. Ogni uomo ragionevole confessa, che attualmente non accadono veri miracoli: ma quelli degli altri secoli giungendo di mano in mano sino agli Apostoli ed a Gesù Cristo, sono muniti delle stesse prove, e sembrano ugualmente utili; dunque tutti i miracoli sono mere imposture.

Ora ecco il vantaggio che hanno i Cattolici sopra i Protestanti. I primi ammettendo i miracoli presenti difendono senza fatica quelli della primitiva Chiesa, quelli degli Apostoli, quelli di Gesù Cristo, co’ quali fanno una catena. I secondi non possono negare i miracoli de’ tempi moderni, senza rovesciare gli altri, co’ quali sono connessi. Ed il Middleton nella prima Opera dichiarò veramente, che non si poteva contrastare all’odierna Chiesa il vanto de’ miracoli, se non