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8 | storia della decadenza |
gno siano queste speculazioni giustificate da’ fatti, e ci condurrà a scoprire le vere cagioni della persecuzione del Cristianesimo.
Senza ripeter quello ch’è stato già detto della riverenza che avevano i Principi e i Governatori Romani pel Tempio di Gerusalemme, osserveremo solamente che tutte le circostanze che accompagnarono e seguirono la distruzione del Tempio e della città, potevano inasprir gli animi de’ conquistatori, ed autorizzare la persecuzion religiosa co’ più speciosi argomenti di giustizia politica e di pubblica sicurezza. Dal regno di Nerone fino a quello di Antonino Pio, dimostrarono i Giudei tal fiera intolleranza del dominio di Roma, che più volte proruppero in sollevazioni ed in stragi le più furiose. L’umanità si scuote al racconto delle orribili crudeltà, che commisero nelle città dell’Egitto, di Cipro e di Cirene, dove abitavano, fingendo una proditoria amicizia co’ Nazionali, che non avevano sospetto alcuno verso di loro1: e siam quasi tentati ad applaudire la rigida rappresaglia, che dalle armi delle Legioni si usò contro un genere di fanatici, la barbara e credula superstizione de’ quali pareva, che li rendesse implacabili nemici non solo del governo Romano, ma anche dell’uman genere2 L’en-
- ↑ In Cirene trucidarono 220,000 Greci, in Cipro 240,000, ed in Egitto una grandissima quantità di persone. Molte di queste infelici vittime furon segate in due parti, secondo un precedente esempio datone da David. I vittoriosi Giudei divoravan la carne, leccavano il sangue, si avvolgevan come nastri le budella di que’ meschini attorno a’ lor corpi. Vedi Dione Cassio l. LXVIII. p. 1145.
- ↑ Senza ripetere le ben note descrizioni di Gioseffo, possiamo apprendere da Dione ('l. LXIX, p. 1262) che nella guerra di Adriano furon passati a fil di spada 580,000 Giudei,