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dell'impero romano cap. xii. |
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nalzare un baluardo contro le loro incursioni. Il paese, che forma adesso il circolo della Svevia, era stato lasciato deserto nel secolo di Augusto per l’emigrazione degli antichi suoi abitatori1. La fertilità del suolo presto vi trasse una nuova colonia dalle adiacenti province della Gallia. Varie trame di venturieri di un rapace carattere e di disperate fortune, occuparono quella incerta possessione, e riconobbero col pagamento della decima la maestà dell’Impero2. Per proteggere questi nuovi sudditi, fu a poco a poco tirata una linea di guarnigioni, che dovea servir di frontiera dal Reno al Danubio. Verso il regno di Adriano, quando cominciò a praticarsi quella maniera di difese, furono queste guarnigioni tra loro connesse, e coperte da una forte trinciera di alberi e di palizzate. In vece di quel rozzo baluardo, vi costruì l’Imperator Probo un muro di pietra di considerabile altezza, e fortificato con torri a convenienti distanze. Dalle vicinanze di Newstadt e di Ratisbona sul Danubio si stendeva a traverso i monti, le valli, i fiumi e le paludi fino a Wimpfen sul Necker, e terminava finalmente sulle rive del Reno, dopo un tortuoso corso di quasi dugento miglia3. Questa importante barriera, congiungendo i due gran fiumi, che difendevano le province dell’Europa, pareva oc-
- ↑ Strabone l. VII. Secondo Velleio Patercolo (II. 108.) Maroboduo condusse i suoi Marcomanni nella Boemia. Cluverio (German. antic. III. 8.) prova che vennero dalla Svevia.
- ↑ Questi Regolatori del pagamento delle Decime furono detti Decumates; Tacit. Germania, c. 29.
- ↑ Vedi le note dell’Abate de la Bleterie alla Germania di Tacito, p. 183. La sua descrizione della muraglia è presa principalmente (come dic’egli stesso) dall’Alsazia illustrata di Schoeflin.