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dell'impero romano cap. xi. | 49 |
La pompa del trionfo di Aureliano fu così lunga e sì varia, che quantunque cominciasse all’alba, pure la lenta maestà della processione non salì sul Campidoglio prima dell’ora nona; ed era ormai sera quando tornò l’Imperatore al palazzo. La festa fu allungata con teatrali rappresentanze, i giuochi del Circo, la caccia delle fiere, i combattimenti dei gladiatori, e le battaglie navali. Furono all’esercito ed al popolo distribuiti liberali donativi; e varie istituzioni, o grate o utili alla città, contribuirono a perpetuare la gloria di Aureliano. Una considerabil porzione delle sue spoglie Orientali fu consacrata agli Dei di Roma; il Campidoglio, ed ogni altro tempio rilucevano per le offerte della sua fastosa pietà; e il solo tempio del Sole ricevè quasi quindicimila libbre di oronota. Quest’ultimo era d’una magnifica struttura, eretto dall’Imperatore sulla falda del Monte Quirinale, e dedicato, subito dopo il trionfo, a quel Nume, che Aureliano adorava come padre della sua vita e delle sue fortune. La madre di lui era stata una sacerdotessa inferiore in una cappella del Sole: una particolar devozione al Dio della Luce era un sentimento imbevuto, fin dall’infanzia, dal fortunato Agricoltore; ed ogni passo della sua elevazione, ogni vittoria del suo regno avvalorava la superstizione con la gratitudinenota. 1 2
- ↑ Vopisco nella Stor. Aug. 222. Zosimo l. I. p. 156. Egli vi collocò le immagini di Belo e del Sole, che portate avea da Palmira. Fu questo dedicato nel quarto anno del suo regno (Euseb. in Chron.), ma fu sicurissimamente cominciato dopo il suo avvenimento al trono.
- ↑ Vedi nella Stor. Aug, p. 210. i presagi della fortuna di lui. La sua devozione al Sole apparisce nelle sue lettere,