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dell'impero romano cap. xv. |
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vano dalla mano dell’Onnipotenza, non alla loro ragione, ma a’ loro sensi? Durante la vita di Cristo, degli Apostoli e de’ primi loro Discepoli, la dottrina, che predicavano, veniva confermata da innumerabili prodigi. Camminavano gli storpiati, vedevano i ciechi, eran sanati gl’infermi, risorgevan i morti, eran cacciati i demonj, e continuamente si sospendevan le leggi della natura in favor della Chiesa. Ma i Savj della Grecia e di Roma volgevano altrove gli occhi dal tremendo spettacolo, e pare che attenti alle occupazioni ordinarie della vita e dello studio, ignorassero qualunque alterazione accadesse nel governo del mondo sì morale che fisico. Sotto il regno di Tiberio tutta la Terra1, o almeno una celebre Provincia del Romano Impero2, si trovò involta in una naturale oscurità di tre ore. Anche questo fatto miracoloso, che avrebbe dovuto eccitar la maraviglia, la curiosità e la devozione dell’uman genere, passò senza che se ne facesse menzione in un secolo della scienza e della Istoria3. Esso accadde nel tempo che vivevan Seneca e Plinio il Vecchio, i quali debbono aver sentiti gl’immediati
- ↑ I Padri, che son disposti come in linea di battaglia dal Calmet (Dissertazione sulla Bibbia Tom. III. p. 295-308.) par che voglian cuoprire tutta la terra di oscurità, nel che vengon seguitati dai più fra’ moderni.
- ↑ Origen. ad Matth. c. 27. e pochi moderni critici, Beza, Le Clerc, Lardner ecc. desiderano di restringerla alla sola Terra della Giudea.
- ↑ Il celebre passo di Flegone ora si è saviamente abbandonato. Quando Tertulliano assicura i Pagani, che si trova fatta menzione di tal prodigio, in Arcanis, non già in archivio vestris (vedi la sua apolog. c. 21), egli probabilmente intende di parlare de’ versi Sibillini, che lo riferiscono esattamente con le stesse parole dell’Evangelo.