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346 | storia della decadenza |
fatto acquisto di una molto estesa letteratura nella Greca lingua, e Tertulliano nella Latina. Giulio Affricano ed Origene, possedevano una parte assai considerabile del sapere de’ loro tempi, e quantunque lo stile di Cipriano sia molto diverso da quello di Lattanzio, se ne può quasi dedurre che ambidue quegli scrittori fossero maestri pubblici di rettorica. Finalmente anche lo studio della filosofia s’introdusse fra’ Cristiani, ma non produceva sempre i più salutevoli effetti; la scienza dava spesse volte origine all’eresia, come alla devozione, e può con ugual proprietà applicarsi alle varie Sette, che resisterono a’ successori degli Apostoli, la descrizione, con cui si rappresentarono i seguaci d Artemone. „Presumono d’alterar le sante Scritture, di abbandonare l’antica regola di fede, e di formare le loro opinioni secondo i sottili precetti della logica. Trascurano la scienza della Chiesa per lo studio della geometria e perdono di vista il cielo, mentre s’impiegano a misurare la terra. Hanno continuamente in mano Euclide. Aristotele e Teofrasto sono gli oggetti della lor ammirazione; e dimostrano una straordinaria venerazione per le opere di Galeno. I loro errori son derivati dall’abuso delle arti e delle scienze degl’Infedeli, ed essi corrompono la semplicità del Vangelo co’ raffinamenti della umana ragione1.„
Neppure si può asserire con verità, che sempre i vantaggi della nascita e della fortuna separati fossero
- ↑ Euseb. V. 28. Si può sperare, che nessuno, eccettuati gli Eretici, desse giusto motivo alla querela di Celso (ap. Origen. l. II. p. 77) che i Cristiani continuamente correggevano ed alteravano i loro Evangeli.