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parte della sua venerazione per le cerimonie di Mosè. L’austera vita degli Essenj, i loro digiuni, e le scomuniche, la comunione de’ beni, l’amor del celibato, il loro zelo pel martirio, ed il fervore, benchè non la purità della loro fede, presentava già una vivissima immagine della primitiva disciplina1. Sembra che nella scuola di Alessandria la teologia Cristiana prendesse una forma regolare, e scientifica: e quando Adriano visitò l’Egitto, vi trovò una Chiesa composta di Greci e di Ebrei, abbastanza riguardevole per meritar la notizia di quel Principe investigatore2. Ma il progresso del Cristianesimo fu per lungo tempo ristretto dentro i limiti di una sola Città, ch’era ella stessa una colonia straniera, e fino al termine del secondo secolo i predecessori di Demetrio furono i soli Prelati della Chiesa d’Egitto. Si consacrarono tre Vescovi per le mani di Demetrio medesimo, e ne fu accresciuto il numero fino a venti da Eracla successore di lui3. Il corpo de’ nazionali, popolo distinto per

  1. Basnage (Hist. des Juifs l. II. c. 20, 21, 22, 23) ha esaminato con la più critica esattezza il curioso trattato di Filone, che descrive i Terapeuti. Provando ch’esso fu composto fin dal tempo d’Augusto, Basnage ha dimostrato a dispetto d’Eusebio (l. 1I. c. 17) e di una folla di moderni Cattolici, che i Terapeuti non erano, nè Cristiani nè monaci. Riman sempre verisimile, che essi cangiassero il nome, conservassero le loro usanze adottando alcuni nuovi articoli di fede, ed appoco appoco divenissero i padri degli Ascetici Egizj.
  2. Vedi una lettera d’Adriano nell’Istoria Augusta p. 245.
  3. Quanto alla successione de’ Vescovi d’Alessandria si consulti l’Istoria di Renaudot, p. 24 ec. Questo curioso fatto ci è stato conservato dal Patriarca Eutichio (Annal. Tom. I. p. 334 vers. Pocock) e la sua sola testimonianza risguardante la pro-