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322 storia della decadenza

tar gli stranieri e pellegrini, ed in sollevare le angustie dei carcerati e degli schiavi, specialmente se i lor patimenti erano cagionati da un forte amore alla causa della religione1. Un generoso commercio di carità univa le più distanti Province, e le più povere congregazioni venivano di buona voglia assistite dalle elemosine de’ loro più opulenti fratelli2. Tale instituto, che risguardava meno il merito, che la miseria delle persone, molto materialmente favoriva l’accrescimento del Cristianesimo. I Gentili i quali erano animati da un sentimento d’umanità, nel tempo che deridevano le dottrine, confessavano la beneficenza della nuova setta3. La vista dell’immediato sollievo, e della protezione futura, invitava al seno ospitale di lei molte di quelle infelici persone, che la trascuratezza del mondo avrebbe abbandonate alle miserie dell’indigenza, della malattia e dell’età. Vi è qualche ragione ancora di credere, che un gran numero di fanciulli, secondo la crudel pratica di que’ tempi, esposti da’ loro genitori, fossero frequentemente preservati dalla morte, battezzati, educati e mantenuti dalla pietà de’ Cristiani, ed a spese del pubblico Tesoro4.

  1. Vedi le Apologie di Giustino e di Tertulliano.
  2. La dovizia e la liberalità dei Romani verso i lor più distanti fratelli si celebra con gratitudine da Dionisio di Corinto presso Eusebio (l. IV. c. 23.)
  3. Vedi Luciano in Peregrin. Giuliano (Epi. 49) sembra mortificato, perchè la carità de’ Cristiani sostentava non solo i lor propri poveri, ma anche i Pagani.
  4. Tale almeno fu la lodevole condotta di molti missionari moderni, posti nelle medesime circostanze. Si espongono annualmente più di tremila bambini di fresco nati nelle strade di Pechino. Vedi Le Comte Memoir. sur la Chine, e le Recherches sur les Chinois et les Egyptiens (Tom. I. p. 61.)