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nominazione di Prete; e mentre quest’ultima continuò ad indicare la più natural distinzione fra’ membri di ogni Senato Cristiano, quello fu appropriato alla dignità del nuovo Presidente di esso1. I vantaggi di questa forma di Governo Episcopale, che sembra essere stato introdotto avanti il fine del primo secolo2, erano tant’ovvj, ed importanti per la futura grandezza, ugualmente che per la pace attuale del Cristianesimo, che fu adottato senza dilazione da tutte le società, ch’erano già sparse per l’Impero. Aveva esso molto per tempo acquistato l’approvazione dell’antichità3, ed è stato sempre rispettato dalle Chiese più potenti, sì Orientali che Occidentali, come un primitivo, ed anche Divino stabilimento4. È superfluo di osservare, che i devoti ed umili Preti, che a princi-

  1. Vedi Girolamo ad Titum c. 1. ed Epist. 85. (nell’Ediz. Benedettin. 101.) e l’elaborata apologia di Blondello pro sententia Hieronymi. L’antico stato del Vescovo, e de’ Preti d’Alessandria, qual è descritto da Girolamo riceve una considerabil conferma dal Patriarca Eutichio (Annal. Tom. I. p. 330. vers. Pocock), di cui non so come possa rigettarsi la testimonianza malgrado tutte le obbiezioni del dotto Pearson nelle sue Vindiciae Ignatianae Part. I. c. II.
  2. Vedasi l’introduzione all’Apocalisse. I Vescovi sotto il nome di Angeli erano già instituiti in sette Città dell’Asia. Eppure l’Epistola di Clemente (ch’è probabilmente di uguale antichità) non ci conduce a scoprire alcuna traccia d’Episcopato nè a Corinto, nè a Roma.
  3. Nulla Ecclesia sine Episcopo, è stato un fatto non meno che una massima, fin dal tempo di Tertulliano e d’Ireneo.
  4. Superate le difficoltà del primo Secolo, troviamo il governo Episcopale universalmente stabilito, finchè restò interrotto dal genio repubblicano de’ riformatori Svizzeri e della Germania.