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dell'impero romano cap. xv. 301

del celibato, come il più prossimo alla perfezione Divina. Con la massima difficoltà potea soffrire l’antica Roma l’instituzione di sei Vestali1, ma la primitiva Chiesa era piena di un gran numero di persone dell’uno e dell’altro sesso, che si eran obbligate a professare una perpetua castità2. Alcune poche di queste, fra le quali numerar possiamo il dotto Origene, crederono prudentissimo consiglio quello di disarmare il tentatore3. Alcuni erano insensibili, altri invincibili agli assalti della carne. Sdegnando un’ignominiosa fuga, le vergini del caldo clima dell’Affrica affrontavano il nemico nella più stretta battaglia; esse permettevano a’ Preti ed a’ Diaconi di aver luogo ne’ loro letti, e gloriavansi fra le fiamme dell’intatta lor purità. La natura insultata vendicava qualche volta i propri diritti, e questa nuova specie di martirio serviva soltanto ad introdurre un nuovo scandalo nella Chiesa4. Molti

  1. Vedi una molto curiosa dissertazione sulle Vestali nelle Memorie dell’Accademia delle Iscrizioni (Tom. II. p. 161-227.) Nonostanti gli onori, ed i privilegi concessi a quelle vergini, era difficile di trovarne un numero sufficiente; nè il timore della morte più orribile potè sempre tenere in freno la loro incontinenza.
  2. Cupiditatem procreandi aut unam scimus aut nullam. Minucius Felix c. 21, Justin. Apolog. Major. Athenagor. in Legat. c. 28, Tertull. de cult. foeminar. l. 2.
  3. Euseb. l. VI 8. Avanti che la fama d’Origene avesse risvegliato l’invidia, e la persecuzione, quest’azione straordinaria era piuttosto ammirata, che censurata. Siccome aveva egli generalmente l’uso d’interpretare allegoricamente la Scrittura, sembra una disgrazia, che in questo sol caso dovesse adottare il senso letterale.
  4. Cipriano, Ep. 4, e Dodwell, Dissert. Cyprian. III. Qualche cosa di simile a questo temerario tentativo, fu lungo tem-