Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
24 | storia della decadenza |
frontiera; ma presto crescendo col buon successo le loro speranze, sparsero gli Alemanni con rapida mossa la devastazione dalle rive del Danubio a quelle del Po1.
[A.D. 270] L’Imperatore seppe quasi nel tempo stesso l’irruzione e la ritirata dei Barbari. Radunato un attivo corpo di truppe, marciò con silenzio e prestezza lungo l’Ercinia Foresta; e gli Alemanni, carichi delle spoglie dell’Italia, arrivarono al Danubio, non sospettando, che sull’opposta riva ed in un posto vantaggioso stesse celato un esercito Romano, disposto ad impedire il loro ritorno. Aureliano favorì la fatal confidenza dei Barbari, e lasciò che quasi metà delle lor forze passasse il fiume senza precauzione veruna. La situazione e la sorpresa loro gli procuravano una facil vittoria; e la sua ferma condotta ne accrebbe il vantaggio. Disponendo le legioni in forma di semicerchio, avanzò i due corni verso il Danubio, e volgendoli a un tratto verso il centro, circondò la retroguardia dei Germani. I Barbari smarriti, dovunque gettasser lo sguardo, vedevano con disperazione un paese deserto, un fiume rapido e profondo, ed un vittorioso ed implacabil nemico.
Ridotti a questa infelice condizione, non isdegnarono gli Alemanni di presto implorare la pace. Aureliano ricevè i loro Ambasciatori alla testa del suo campo, e con tutta la pompa marziale, che potesse mostrare la grandezza e la disciplina romana. Erano le legioni sulle armi in bene ordinate schiere ed in profondo silenzio. I principali Comandanti, distinti colle insegne
- ↑ In Dexippo si legge adesso Rhodanus. Il Sig. di Valois molto giudiziosamente cambia la parola in Eridanus.