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denti del secondo e del terzo secolo, riuscì di qualche accidental vantaggio alla causa della verità e della Religione. Ne’ moderni tempi si trova un segreto e quasi involontario scetticismo anche nelle più divote menti. L’ammetter ch’esse fanno le verità soprannaturali, è molto meno l’effetto di un consenso attivo, che di una fredda e passiva condiscendenza. Da gran tempo essendo assuefatti ad osservare, ed a rispettare l’ordine invariabile della natura, la nostra ragione, o almeno la nostra fantasia, non è preparata sufficientemente a sostenere l’azione visibile della divinità. Ma ne’ primi secoli del Cristianesimo era differentissima la situazione del genere umano. I più curiosi ed i più creduli fra’ Pagani s’inducevano spesse volte ad entrare in una società, che si attribuiva un attual diritto alla potestà di far miracoli. I primitivi Cristiani battevan continuamente una strada mistica, ed i loro spiriti erano esercitati nell’abitudine di credere i fatti più straordinari; sentivano o immaginavano di sentire, che da ogni parte venivano di continuo assaliti da’ demonj, confortati dalle visioni, instruiti dalle profezie, e mirabilmente liberati dalle malattie, da’ pericoli, e dalla morte medesima per le preghiere della Chiesa. I reali o immaginari prodigi, de’ quali credevano di esser così spesso gli oggetti, gl’istrumenti, o gli spettatori, molto felicemente li disponevano ad ammettere colla medesima facilità, ma con molto maggior ragione, le autentiche maraviglie dell’istoria evangelica; ed in tal modo i miracoli, che non eccedevano i limiti della lor propria esperienza, inspiravano loro la più viva sicurezza de’ misteri, ch’essi riconoscevano sorpassar le forze del loro intelletto. Questa profonda impressione delle verità soprannaturali è quel che tanto si è cele-