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284 | storia della decadenza |
meno su’ fallaci argomenti della ragione, che sull’autorità della tradizione, e sulla interpretazione della Scrittura, l’aspettava con terrore e fiducia come un evento certo e vicino; ed avendo la mente continuamente occupata da tal solenne idea, considerava ogni disastro, a cui soggiaceva l’Impero, come un infallibil sintomo del mondo spirante1.
Sembra che la condanna de’ più saggi e virtuosi Pagani per cagione della loro ignoranza o miscredenza della verità divina, offenda l’umanità e la ragione del presente secolo2. Ma la primitiva Chiesa, la cui fede era di una molto stabile tempra, condannò senza esitare ai tormenti eterni la massima parte della specie umana. Poteva per avventura concedersi una caritatevole speranza in favore di Socrate, o di alcuni altri Savi dell’Antichità, che avevan consultato il lume della ragione, avanti che sorgesse quello dell’Evangelio3.
- ↑ Ogni lettore di buon gusto potrà consultare su questo articolo la terza parte della Teoria sacra di Burnet. Egli unisce insieme con un magnifico sistema la filosofia, la Scrittura e la tradizione; e nel descriverlo mostra una forza di fantasia non inferiore a quella di Milton medesimo.
- ↑ Eppure, qualunque siasi l’espressione de’ particolari, questa è sempre la pubblica dottrina di tutte le Chiese Cristiane; nè la stessa Chiesa Anglicana può rifiutare di ammettere le conchiusioni che si debbono trarre da’ suoi articoli 8.° e 18.° I Giansenisti, che hanno sì diligentemente studiate le opere de’ Padri, sostengono con distinto zelo questa sentenza, e l’erudito Tillemont non lascia mai di parlare di un virtuoso Imperatore senza pronunziarne la condanna. Zuinglio è forse il solo Capo di un partito, che ha sempre adottato l’opinione più dolce, e questi ha dato non minore scandalo ai Laterani che ai Cattolici. Vedi Bossuet. Hist. des variat. des Eglises Protest. (l. II. c. 19, 22.)
- ↑ Giustino e Clemente d’Alessandria confessano, che al-