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di praticare in privato le cerimonie Mosaiche senza pretendere di sostenerne generalmente l’uso, o la necessità. Ma quando Giustino fu pressato a dichiarare il sentimento della Chiesa, confessò che vi erano molti fra gli ortodossi Cristiani, che non solo escludevano i lor giudaizzanti fratelli dalla speranza di salvazione, ma evitavano ancora ogni commercio con loro ne’ comuni officj di amicizia, di ospitalità, e di vita sociale1. La opinione più rigorosa prevalse, com’era natural di supporre, alla più dolce, e si alzò una muraglia di separazione per sempre fra i discepoli di Mosè e quelli di Cristo. Gl’infelici Ebioniti, rigettati da una delle due religioni come apostati, dall’altra come eretici, si trovaron costretti ad assumere un carattere più determinato; e sebbene si scoprano fino al quarto secolo alcune tracce di quella vecchia setta, pure insensibilmente andarono ad incorporarsi o nella Chiesa o nella Sinagoga2.

  1. Vedi il Dialogo molto curioso di Giustino martire con Trifone giudeo. Seguì conferenza fra loro in Efeso al tempo di Antonino Pio, a circa venti anni dopo il ritorno della Chiesa di Pella in Gerusalemme. Per questa data si consulti ciò che nota diligentemente il Tillemont (Memoir. Eccles. Tom. II. p. 54).
  2. Fra tutte le Sette Cristiane quella dell’Abissinia è la sola, che sempre osserva i riti Mosaici (Ist. Ecclesiast. di Etiopia di Geddes, e dissertazione di le Grand sulla relazione del P. Lobo). L’eunuco della Regina Candace potrebbe somministrare qualche sospetto; ma siccome siam certi (Socrat. I. 19; Sozomen. II. 24. Ludolph. p. 281) che gli Etiopi non furon convertiti prima del quarto secolo, è più ragionevol di credere ch’essi venerassero il sabbato, e distinguessero i cibi vietati ad imitazione de’ Giudei, che molto per tempo si erano stabiliti sopra ambe le rive del Mar Rosso. Era stata praticata la circoncisione da’ più antichi Etiopi per motivi di pulizia e di salute, come sembra esser dimostrato nelle Ricerche filosofiche su gli Americani. (Tom. II. p. 117).