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dell'impero romano cap. xi. | 19 |
di quel secolo, il liberatore dell’Illirico, il ristauratore della Gallia, ed il rivale degli Scipioni. Per la raccomandazione di Valeriano, un Senatore del grado e del merito più cospicuo, Ulpio Crinito, il cui sangue derivava dalla stessa sorgente di quel di Traiano, adottò il contadino della Pannonia, diedegli in matrimonio la sua figlia, e sollevò con l’ampio suo patrimonio l’onorata povertà, che Aureliano avea mantenuta inviolata1.
Il regno di Aureliano durò solamente quattr’anni e quasi nove mesi; ma ogni momento di quel corto periodo fu illustrato da qualche memorabil prodezza. Egli terminò la guerra Gotica, castigò i Germani che invadevano l’Italia, ricuperò la Gallia, la Spagna, la Britannia dalle mani di Tetrico, e distrusse la superba monarchia, che Zenobia avea nell’Oriente innalzata sulle rovine dell’afflitto Impero.
Dovè Aureliano la continua fortuna delle sue armi alla rigorosa attenzione posta agli articoli anche più minuti della disciplina. I suoi militari regolamenti sono contenuti in una lettera assai concisa ad un subalterno Uffiziale, al quale comanda di porli in vigore, se desidera di divenir tribuno, o se gli è cara la vita. Il giuoco, il bere, e le arti della divinazione erano severamente proibite. Aureliano pretendeva che i suoi soldati fossero modesti, frugali e laboriosi; che sempre si mantenesser lucenti le loro armi, aguzze le spade, pronti i vestiti e i cavalli all’immediato servizio; che vivessero nei loro quartieri con castità e sobrietà, senza danneggiare i campi di grano, senza rubare neppure
- ↑ Acolio (appresso la Stor. Aug. p. 213) descrive la cerimonia della adozione come fu celebrata in Bisanzio alla presenza dell’Imperatore e de’ suoi principali Ministri.