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di essere autorizzato a proporre in nome de’ due Imperatori suoi Signori una stabile ed onorevole pace. Il nome di Valente non incontrò appresso Costantino che sdegno e disprezzo. „Non per questo fine (replicò egli burberamente) ci siamo avanzati dai lidi dell’Oceano occidentale con un corso non interrotto di battaglie e di vittorie, ad oggetto cioè di accettar per nostro collega un miserabile schiavo dopo d’aver rigettato un ingrato congiunto. Il primo articolo del trattato dev’essere l’abdicazione di Valente1.„ Bisognò adattarsi a questa condizione umiliante, e l’infelice Valente, dopo un regno di pochi giorni, fu spogliato della porpora e della vita. Tosto che quest’ostacolo fu tolto di mezzo, si restituì facilmente la tranquillità al Mondo Romano. Le successive disfatte di Licinio avevan rovinate le forze di lui, ma nel tempo stesso ne avevan dimostrato il coraggio ed i talenti. La sua situazione era quasi senza speranza, ma qualche volta gli sforzi della disperazione riescono formidabili; ed il buon senso di Costantino preferì un vantaggio grande e sicuro ad un terzo esperimento della sorte dell’armi. Consentì egli di lasciar al suo rivale, o com’esso chiamava nuovamente Licinio, al suo amico e fratello, il possesso della Tracia, dell’Asia minore, della Siria, e dell’Egitto; ma le Province della Pannonia, della Dalmazia, della Dacia, della Macedonia, e della Grecia furon cedute all’Impero d’Occidente, ed il dominio di Costantino si

  1. Petr. Patricius in Excerpt. Legat. p. 27. Se volesse credersi, che γαμβρος più propriamente significasse un genero, che un congiunto, si potrebbe congetturare, che Costantino, assumendo il nome insieme co’ doveri di padre, avesse adottato i figli di Teodora suoi fratelli e sorelle minori.