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zio pronta a dargli la battaglia1. La lunga fronte della medesima occupava una pianura molto spaziosa, e la profondità arrivava fino alle rive del Tevere, che ne copriva la retroguardia, ed impediva la ritirata. Si narra, e vi è tutto il motivo di crederlo, che Costantino disponesse le sue truppe con somma perizia, e scegliesse per se il posto più pericoloso ed onorevole. Distinto per lo splendore delle sue armi, attaccò in persona la cavalleria del suo rivale: e l’urto irresistibile, ch’ei le diede, determinò la fortuna della giornata. La cavalleria di Massenzio era principalmente composta di corazze di grave armatura, o di leggieri Mori e Numidi. Essi cederono al vigore della cavalleria Gallicana, che aveva maggiore attività de’ primi, e più fermezza degli altri. La disfatta delle due ali lasciò scoperti i fianchi dell’infanteria, e gl’indisciplinati Italiani fuggirono senza ritegno dalle bandiere di un tiranno, ch’essi avevano sempre odiato, e che più non temevano. I Pretoriani, sapendo che per le loro mancanze non potevano sperar perdono, erano animati dalla vendetta e dalla disperazione. Non ostanti i replicati loro sforzi non furon capaci que’ bravi veterani di acquistar la vittoria: ottennero per altro una morte onorevole; e fu osservato, che i loro corpi coprivano il terreno medesimo, ch’era già stato occupato dalle lor file2. Divenne allora generale la confusione, e

    graph. Aut. Tom. I. p. 463. Questo luogo chiamato Saxa Rubra si trovava in vicinanza della Cremera, piccolo ruscello, illustrato dal valore, e dalla morte gloriosa de’ 300. Fabj.

  1. Il posto che avea preso Massenzio, avendo il Tevere alle spalle, vien con molta chiarezza descritto da due Panegiristi IX. 16. X. 28.
  2. Exceptis latrocinii illius primis auctoribus, qui despe-