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206 | storia della decadenza |
Quando Annibale passò dalla Gallia nell’Italia, fu obbligato prima a scoprire, e dopo ad aprirsi una strada sopra monti, e tra selvagge nazioni che non avean mai dato il passo ad un esercito regolare1. Erano allora le Alpi difese dalla natura, e sono adesso fortificate dall’arte. Varie cittadelle costruite con uguale abilità, fatica e spesa, dominano ogni ingresso nella pianura, e rendono da quella parte l’Italia quasi inaccessibile ai nemici del Re di Sardegna2. Ma nel corso dell’età di mezzo i Generali, che hanno tentato il passo, han raramente trovata alcuna difficoltà o resistenza. Nel secolo di Costantino, gli abitatori di quei monti erano sudditi inciviliti ed ubbidienti; il paese era abbon-
- ↑ I tre passi principali delle Alpi fra la Gallia e l’Italia son quelli del monte di S. Bernardo, del monte Cenisio, e del monte Ginevro. La tradizione e certa somiglianza di nomi (Alpes penninae) han fatto sì, che il primo di questi si assegni alla marcia d’Annibale (Vedi Simler de Alpibus). Il Cavalier di Folard (Polib. tom. IV.) e il Danville l’han condotto pel monte Ginevro. Ma nonostante l’autorità di un esperto Uffiziale, e di un erudito Geografo, le pretensioni del monte Cenisio vengono sostenute in una plausibile, per non dir convincente maniera dal Sig. Grosley, Observations sur l’Italie, Tom I. p. 40a
- ↑ Nelle Mescolanze di Gibbon si trova un passo in cui egli discute più a lungo questa spinosa quistione, e rimansi indeciso tra Tito Livio e Polibio, tra il monte Ginevro e il Gran-S. Bernardo. Ma dopo di lui il generale inglese Melville e Deluc, figlio, hanno scoperto e dimostrato che Annibale passò in Italia per l’Alpe greca, ossia del Piccolo San Bernardo, passaggio de’ più frequentati abantiquo, ed il più comodo, secondo Ebel, che in tutta la giogaia delle Alpi vi sia. Vedi parimente una bella dissertazione del Rezzonico. Tom. I. delle sue Opere.
- ↑ La Brunetta vicino a Susa, Demont, Exiles, Fenestrelle, Coni, ec.