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dell'impero romano cap. xiv. 197

foreste che lo circondavano; operazione degna di un Monarca, giacchè donò un esteso paese all’agricoltura de’ suoi sudditi della Pannonia1. Fu la sua morte cagionata da un lungo e penosissimo male. Il suo corpo, per un intemperato sistema di vita, crebbe ad un estremo grado di gonfiezza, fu coperto di ulceri, e divorato da innumerabili sciami di quegli insetti, che han dato il nome ad una schifosissima malattia2: ma siccome avea Galerio oltraggiato un zelantissimo e possente partito tra i suoi sudditi, i patimenti di lui, in vece di eccitare la lor compassione, sono stati celebrati come visibili effetti della divina giustizia3. Appena che egli fu spirato nel suo palazzo di Nicomedia, i due Imperatori che al suo favore dovevan la porpora, cominciarono a radunar le loro forze, con intenzione o di disputare, o di dividere fra loro i dominj

  1. Aurel. Vittor. e. 40. Ma quel lago era situato nella Pannonia superiore vicino alle frontiere del Norico; e la Provincia di Valeria (nome che ricevè dalla moglie di Galerio il territorio seccato) è senza dubbio fra il Dravo e il Danubio (Sest. Rufo e. 9.) Io sospetterei dunque che Vittore avesse confuso il lago Pelso con le paludi Volocee, che hanno adesso il nome di lago Sabaton o Balaton. Questo è nel cuore della Valeria, e l’estensione, che ha presentemente, non è minore di 12 miglia d’Ungheria (che sono circa 70 Inglesi) di lunghezza, e due di larghezza. Vedi Severio. Pannonia lib. 1. c. 9.
  2. Lattanzio (de M. P. c. 33.) ed Eusebio (l. VIII. c. 16.) descrivono gli accidenti ed il progresso di questa infermità con singolare accuratezza, e, per quanto sembra, con piacere.
  3. Se alcuno tuttavia si dilettasse, come ultimamente fece il Dottor Jortin (Osservazioni sull’Istoria Ecclesiastica vol. II. p. 307-356) di far menzione delle morti maravigliose de’ persecutori, io gli raccomanderei di leggere un ammirabil passo di Grozio (Istor. l. VII. p. 332) rispetto all’ultima malattia di Filippo II Re di Spagna.