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dell'impero romano cap. xiv. 175

po istesso Severo, ministro fedele, addetto ai piaceri, ma non incapace degli affari, fu mandato a Milano, per ricevere dalle ripugnanti mani di Massimiano gli ornamenti Cesarei, ed il possesso dell’Italia e dell’Affrica1. Secondo la forma della costituzione, Severo riconosceva il primato dell’occidentale Imperatore; ma era assolutamente addetto ai comandi del suo benefattore Galerio, che riservandosi i paesi intermedj tra i confini dell’Italia e quelli della Siria, stabilì saldamente la sua potenza sopra tre quarti della Monarchia. Nella piena fiducia, che la vicina morte di Costanzo lo lascerebbe solo padrone del Mondo Romano, siamo assicurati ch’egli si era formata nella sua mente una lunga serie di futuri Principi, e che meditava di ritirarsi dalla pubblica vita, dopo di aver compito un glorioso regno di quasi vent’anni2.

Ma in meno di diciotto mesi due inaspettate rivoluzioni rovesciarono gli ambiziosi disegni di Galerio. Le speranze di unire al suo impero le occidentali Province rimasero deluse per l’innalzamento di Costantino, mentre l’Italia e l’Affrica si eran perdute per la fortunata ribellione di Massenzio.

I. La fama di Costantino ha richiamato l’attenzione della posterità alle più minute circostanze della vita, e dell’azioni di lui. Il luogo della sua nascita, e la condizione della sua madre Elena, furono il soggetto non solo di letterarie, ma ancora di nazionali dispute. [A.D. 274] Malgrado la recente tradizione che le assegna per genitore un Re Britanno, siamo obbligati a confessare

  1. La sua esattezza e la sua fedeltà sono riconosciute eziandio da Lattanzio. (de M. P. c. 18.)
  2. Questi divisamenti per altro si fondano sulla dubbiosa autorità di Lattanzio (de M. P. c. 20.)