Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano II.djvu/176

170 storia della decadenza

i secreti del Mondo invisibile, e procuravano di conciliare Aristotile con Platone sopra soggetti ignoti a quei due filosofi, ugualmente che al resto del Genere Umano. Consumando la loro ragione in queste profonde ma vane meditazioni, esponevano le loro menti alle illusioni dell’immaginazione. Si lusingavano di possedere il segreto di liberare lo spirito dalla sua corporea prigione; vantavano un famigliar commercio coi demoni e cogli spiriti, e convenivano (con singolarissima rivoluzione) lo studio della filosofia in quello dell’arte magica. Gli antichi Savi avevano derisa la popolar superstizione: i discepoli di Plotino e di Porfirio, dopo averne coperta la stravaganza col sottile pretesto dell’allegoria, ne divennero i più zelanti difensori. Convenendo coi Cristiani in alcuni pochi misteriosi punti di fede, combattevano il resto del loro teologico sistema con tutto il furore di una guerra civile. I nuovi Platonici appena meriterebbero un posto nella Storia delle scienze, ma in quella della Chiesa accaderà spesso far menzione di loro.