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156 | storia della decadenza |
fu disegnato dalla mano di Diocleziano. Egli aveva associato tre colleghi all’esercizio del sapremo potere; e giudicando che i talenti di un solo erano inadeguati alla pubblica difesa, considerò la congiunta amministrazione di quattro Principi non come temporario espediente, ma come legge fondamentale della costituzione. Volle che il distintivo dei due più vecchi Principi fossero il diadema e il titolo di Augusto; che questi (secondo che l’affetto o la stima dirigesse la loro scelta) regolarmente chiamassero in loro aiuto due subordinati colleghi; e che i Cesari, innalzati a vicenda al primo posto, dessero una successione non interrotta d’Imperatori. L’Impero fu diviso in quattro parti. L’Oriente e l’Italia erano le più onorevoli; il Danubio ed il Reno, le più faticose. Le prime esigevano la presenza degli Augusti; le seconde erano affidate al Governo dei Cesari. La forza delle legioni era nelle mani dei quattro Soci della sovranità, e la disperazione di vincer successivamente quattro formidabili rivali, poteva intimorire l’ambizione di un intraprendente Generale. Nel governo civile gl’Imperatori supponevansi esercitare l’indiviso potere della Monarchia, ed i loro editti, autenticati coi loro nomi uniti, erano ricevuti in tutte le Province come promulgati dai loro scambievoli consigli e dalle loro autorità. Nonostante queste precauzioni, la politica unione del Mondo Romano fu a poco a poco disciolta, e si introdusse un principio di divisione, che nel corso di pochi anni cagionò la perpetua separazione degl’Imperi Orientale ed Occidentale.
Il sistema di Diocleziano fu accompagnato da un altro molto sostanziale svantaggio, che merita ancora adesso la nostra attenzione, ed è uno stabilimento più dispendioso e conseguentemente un aumento di tasse,